Ivan Pavlov e il riflesso condizionato

 Ivan Pavlov e il riflesso condizionato

Ivan Pavlov, che scopre quasi per caso il riflesso condizionato, è un esempio di scienziato (fisiologo) che, pur avendo in vita riconoscimenti per aspetti della sua ricerca (fu premio Nobel per la medicina nel 1904), è più noto per altri aspetti della sua stessa ricerca, a cui altri e non lui attribuirono il merito di avere gettato le fondamenta della psicologia come scienza. Si tratta del concetto di “riflesso condizionato” cui Pavlov dedicò numerose scrupolosissime ricerche nell’ambito dei suoi studi sui centri nervosi superiori del cervello.

Pavlov scopritore del riflesso condizionato

Ivan Pavlov e l’esperimento del cane

Il noto esperimento del “cane di Pavlov” mette in luce che accanto a riflessi assoluti, incondizionati, possono essere “costruiti”, indotti, comportamenti condizionati, dipendenti non dallo stimolo assoluto, ma da uno stimolo neutro ad esso associato. La salivazione in presenza del suono del campanello indica indubbiamente l’esistenza di un’attività cerebrale, l’esistenza cioè di un processo di apprendimento, quindi di un processo complesso.

Gli studi sul comportamento, dopo il riflesso condizionato

La ricerca di Pavlov verrà considerata il punto di origine della psicologia comportamentistica ed in particolare dello studio sperimentale dei processi di apprendimento: un nuovo fondamento, di tipo oggettivo, delle teorie associazionistiche avvicendatesi nei secoli in risposta al problema filosofico della conoscenza. E tutto questo nonostante Pavlov considerasse la teoria del riflesso condizionato esclusivamente e rigorosamente come una teoria fisiologica e non psicologica.

La scoperta di Pavlov influenzò gli studi sul comportamento dando impulso alla nascente scuola del comportamentismo o Psicologia S-R.

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