Tema svolto: Scuola e giovani tra sviluppo della democrazia della conoscenza e della cittadinanza attiva.

Tema svolto: Scuola e giovani tra sviluppo della democrazia, della conoscenza e della cittadinanza attiva.

Il tema “Scuola e giovani tra sviluppo della democrazia, della conoscenza e della cittadinanza attiva” è stato assegnato agli studenti maturandi durante la sessione ordinaria di giugno 2023. Questo esempio di svolgimento mira a mostrare come un approccio ben articolato e critico possa essere utilizzato per affrontare la traccia. Ricordiamo che la valutazione è soggettiva e dipende dalle preferenze scientifiche e didattiche del docente.

Nello svolgere il tema, è fondamentale che lo studente non si limiti a ripetere i punti di vista degli autori proposti, ma mostri le proprie competenze integrando altri autori o teorie rilevanti nel campo delle scienze umane. In questo svolgimento, abbiamo incluso, tra gli altri, il pedagogista Paulo Freire evidenziando il suo approccio critico.

Tema svolto: Scuola e giovani tra sviluppo della democrazia della conoscenza e della cittadinanza attiva.

La traccia

I due brani che seguono affrontano il tema della necessità di una conoscenza condivisa dagli uomini come fondamento della democrazia matura e in grado di governare la società. Di fronte all’imponente sviluppo tecnologico e scientifico che ha migliorato le condizioni di vita di una parte considerevole dell’umanità ma che ha anche comportato la crisi ambientale, l’aumento delle disuguaglianze, la persistenza di guerre e conflitti, la scuola si trova di fronte la sfida di fornire alle giovani generazioni gli strumenti per affrontare la complessità, tema centrale dell’opera di Edgar Morin. Il giurista e docente universitario Vittorio Bachelet, vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura assassinato in un agguato terroristico nel 1980, intravede nei giovani un insostituibile ruolo attivo nello sviluppo della democrazia.

Il candidato rifletta sul suo essere cittadino capace di coniugare realismo e speranza nell’impegno per la crescita personale e sociale.

Documento 1
Lo spossessamento del sapere, molto mal compensato dalla volgarizzazione mediatica, pone il problema storico chiave della democrazia cognitiva. La continuazione del processo tecnico-scientifico attuale, processo del resto cieco, che sfugge alla coscienza e alla volontà degli stessi scienziati, porta a una forte regressione della democrazia. Non esiste perciò una politica immediata da mettere in opera. C’è la necessità di una presa di coscienza politica dell’urgenza a operare per una democrazia cognitiva. […] Ora, il problema cruciale dei nostri tempi, è la necessità di un pensiero adatto a raccogliere la sfida della complessità del reale, cioè di cogliere i legami, le interazioni e le implicazioni reciproche, i fenomeni multidimensionali, le realtà che sono nello stesso tempo solidali e conflittuali (come la stessa democrazia che è il sistema che si alimenta di antagonismi mentre li regola).
(Edgar Morin, Il metodo. Etica, traduzione di Susanna Lazzari, Raffaello Cortina Editore, Milano, 2005, p. 152-153

Documento 2
Così potrebbe sintetizzarsi forse il modo di ragionare di questi giovani, che non gridano nelle piazze, forse neanche scrivono sui giornali. […] Non sono forse militanti nei partiti, ma non per questo si sentono estranei alla vita politica (e la vita politica, del resto, non è proprio solo la vita dei partiti). È gente disincantata che non crede nel paradiso in terra, ma che sa che vale la pena di fare ogni sforzo per rendere il mondo migliore anche di un po’: che non si illude, come la generazione passata, di poter godere quaggiù di una tranquilla prosperità. E, forse, la sua ricchezza sta appunto nell’aver conosciuto la sofferenza e i disastri; i loro padri li hanno conosciuti dopo un periodo di lunga tranquillità, e sono rimasti abbattuti e turbati. La loro ricchezza, forse, è proprio la loro persuasione che, invece, “può andare anche peggio di così”.
(Vittorio Bachelet, Scritti civili, a cura di Matteo Truffelli, Editrice Ave, Roma, 2005, p. 296-297)

Svolgimento (esempio 1)

I due brani proposti per la riflessione affrontano temi centrali nella formazione di una società democratica matura: la necessità di una conoscenza condivisa e il ruolo attivo dei giovani nello sviluppo della democrazia. Edgar Morin, nel suo “Il metodo. Etica”, evidenzia l’importanza di un pensiero che affronti la complessità del reale, una sfida cruciale per la democrazia in un’era di sviluppo tecnologico e crisi ambientale. D’altra parte, Vittorio Bachelet, nei suoi “Scritti civili”, riconosce nei giovani un potenziale insostituibile per il progresso democratico, nonostante una certa distanza dalla politica tradizionale.

L’era contemporanea, caratterizzata da rapidi cambiamenti tecnologici e da sfide globali come la crisi ambientale, pone nuove domande sull’efficacia e la natura della democrazia. Morin sottolinea l’urgenza di sviluppare una democrazia cognitiva, in cui il sapere non sia spossessato dalla volgarizzazione mediatica, ma sia fondato su un pensiero critico e complesso, capace di comprendere le interazioni e le implicazioni reciproche dei fenomeni. Questo pensiero critico è essenziale per navigare in un mondo dove la conoscenza è in continua evoluzione e dove le decisioni devono essere prese in contesti complessi e multifaccettati.

Bachelet, osservando i giovani del suo tempo, nota una generazione disincantata ma consapevole, che pur non partecipando attivamente nella politica tradizionale, non si sente estranea alla vita politica. Questi giovani, cresciuti in un contesto di incertezza e sfide, hanno acquisito una consapevolezza critica che può essere un motore per il cambiamento sociale e politico. La loro esperienza e la loro prospettiva possono offrire una nuova energia alla democrazia, alimentando un impegno per un mondo migliore.

Per ampliare ulteriormente la riflessione, è utile considerare il contributo di altri pensatori. Hannah Arendt, nel suo “La crisi dell’educazione”, esamina il ruolo dell’educazione nella preparazione dei giovani a entrare in un mondo comune, sottolineando l’importanza di un’educazione che promuova il pensiero critico e l’indipendenza intellettuale. Arendt sostiene che l’educazione dovrebbe non solo trasmettere conoscenze, ma anche preparare gli studenti a pensare in maniera critica e indipendente, una competenza fondamentale per i cittadini di una società democratica.

Jack Mezirow, con la sua teoria dell’educazione trasformazionale, propone un approccio pedagogico che vada oltre l’acquisizione di conoscenze, promuovendo invece la capacità degli individui di cambiare la propria visione del mondo attraverso esperienze significative. Questo processo di trasformazione personale è cruciale per sviluppare una cittadinanza attiva e consapevole, capace di affrontare le sfide della società contemporanea.

Paolo Freire, in “Pedagogia dell’oppresso”, introduce un modello di educazione che liberi gli individui dall’oppressione e promuova la loro emancipazione. Freire vede l’educazione come un processo dialogico, in cui gli studenti sono coinvolti attivamente nel proprio percorso di apprendimento. Questo approccio all’educazione è essenziale per lo sviluppo di una cittadinanza attiva e critica, e per il progresso di una democrazia autentica.

Il ruolo della scuola e dei giovani nel contesto dello sviluppo della democrazia, della conoscenza e della cittadinanza attiva richiede un approccio educativo che sia allo stesso tempo critico, trasformativo e orientato al futuro. La scuola deve preparare i giovani a comprendere e affrontare le complessità del mondo moderno, stimolando un pensiero critico, una consapevolezza sociale e un impegno attivo nel miglioramento della società. Educatori e istituzioni scolastiche devono lavorare insieme per creare ambienti di apprendimento che promuovano queste capacità, preparando i giovani ad affrontare le sfide del futuro con consapevolezza e competenza. La scuola, quindi, diventa un laboratorio di democrazia, dove i giovani apprendono il valore della collaborazione, del rispetto per le diverse opinioni e dell’impegno civico. In questo contesto, i giovani possono sviluppare una comprensione profonda delle dinamiche sociali e politiche e possono imparare a contribuire in modo significativo alla costruzione di una società più giusta ed equa.

Il contributo dei giovani alla democrazia non si limita alla loro partecipazione alla vita politica nel senso stretto, ma include anche il loro ruolo nell’affrontare e risolvere problemi sociali, ambientali ed economici. La loro energia, creatività e spirito innovativo sono risorse preziose che, se ben indirizzate, possono portare a soluzioni efficaci e sostenibili per le sfide del nostro tempo.

In ultima analisi, la scuola e i giovani hanno un ruolo fondamentale nello sviluppo di una democrazia matura e di una società basata sulla conoscenza. Attraverso un’educazione che promuova il pensiero critico, la comprensione della complessità, la cittadinanza attiva e la trasformazione personale, i giovani possono essere preparati a diventare cittadini responsabili, consapevoli e attivi, in grado di contribuire in modo significativo al progresso sociale e democratico.

Svolgimento (esempio 2, saggio breve)

La sfida della conoscenza condivisa, posta da Edgar Morin nel suo “Il metodo. Etica”, e il ruolo dei giovani nella democrazia, come visto da Vittorio Bachelet in “Scritti civili”, rappresentano due pilastri fondamentali per la comprensione del tema della scuola e dei giovani nel contesto dello sviluppo democratico e sociale.

In un’epoca contraddistinta da rapidi sviluppi tecnologici e scientifici, che hanno portato miglioramenti nella qualità della vita ma anche crisi ambientali, disuguaglianze e conflitti, emerge l’importanza di una scuola capace di preparare le giovani generazioni ad affrontare queste complessità. Morin evidenzia la necessità di un pensiero che riesca a cogliere le interazioni, le implicazioni reciproche e le realtà conflittuali, un approccio che vada oltre la semplice somma delle parti e che riesca a comprendere le dinamiche complesse del reale.

Parallelamente, Bachelet riconosce nei giovani un ruolo attivo e insostituibile nello sviluppo della democrazia. Questi giovani, pur non essendo necessariamente coinvolti attivamente nella politica partitica, sono consapevoli dell’importanza di contribuire a un mondo migliore, anche di poco. La loro ricchezza sta nella consapevolezza che le cose possono peggiorare, una consapevolezza che li spinge ad agire.

Per arricchire la riflessione sul tema, è utile considerare anche il punto di vista di Hannah Arendt, una filosofa tedesca nota per i suoi contributi alla comprensione della Shoah. Arendt, nel suo saggio “La crisi dell’educazione”, esplora il ruolo dell’educazione nella formazione dei giovani e nel mantenimento di una società democratica. La sua analisi si concentra sulla necessità di un’educazione che non solo trasmetta conoscenze, ma che promuova anche il pensiero critico e l’indipendenza intellettuale, elementi essenziali per lo sviluppo di cittadini attivi e consapevoli in una democrazia.

Anche la teoria dell’educazione trasformazionale di Jack Mezirow offre spunti rilevanti. Mezirow sostiene che l’educazione dovrebbe promuovere non solo l’acquisizione di conoscenze, ma anche la capacità degli individui di cambiare la propria visione del mondo. Questo processo di trasformazione personale è fondamentale per lo sviluppo di una cittadinanza attiva e consapevole.

La pedagogia critica di Paolo Freire, esposta in “Pedagogia dell’oppresso”, aggiunge un’altra dimensione a questa discussione. Freire sostiene che l’educazione dovrebbe essere un processo di liberazione, che permetta agli studenti di prendere coscienza delle strutture di potere e di oppressione e di agire per trasformarle. Questo approccio all’educazione è fondamentale per lo sviluppo di una cittadinanza attiva e per il progresso di una democrazia autentica.

In conclusione, il tema della scuola e dei giovani nel contesto dello sviluppo della democrazia, della conoscenza e della cittadinanza attiva richiede un approccio educativo che sia allo stesso tempo critico, trasformativo e orientato al futuro. La scuola deve preparare i giovani a comprendere e affrontare le complessità del mondo moderno, stimolando un pensiero critico, una consapevolezza sociale e un impegno attivo nel miglioramento della società. Questo richiede un’educazione che non si limiti alla trasmissione di conoscenze, ma che sia capace di trasformare gli studenti in cittadini attivi, consapevoli e capaci di contribuire al progresso di una democrazia matura.

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