Le classi sociali secondo Sylos Labini. Nel suo “Saggio sulle classi sociali” (1974), Paolo Sylos Labini analizza la società italiana utilizzando una categorizzazione classica delle classi sociali, ricorrendo a termini come borghesia, classe operaia e sottoproletariato. Tuttavia, pur riprendendo questa terminologia tradizionale, Sylos Labini rielabora tali concetti alla luce delle trasformazioni economiche e sociali del dopoguerra, adattandoli alla realtà dell’Italia del XX secolo.
1. Borghesia
Per Sylos Labini, la borghesia è un gruppo sociale che possiede i mezzi di produzione o detiene funzioni manageriali e di controllo all’interno del sistema economico. Questa classe è composta da:
- Grandi imprenditori e capitalisti: Detentori del capitale e dei mezzi di produzione, rappresentano la parte alta della borghesia.
- Piccola e media borghesia: Composta da piccoli imprenditori, professionisti, commercianti e artigiani, gioca un ruolo dinamico nello sviluppo economico italiano. Sylos Labini dà particolare attenzione a questa fascia intermedia, che si trova spesso in bilico tra l’aspirazione a salire socialmente e la paura di scendere verso il proletariato o il sottoproletariato.
2. Classe operaia
La classe operaia è centrale nell’analisi di Sylos Labini, ma non viene vista esclusivamente attraverso il conflitto di classe marxiano. Invece, egli la considera una forza economica importante che contribuisce allo sviluppo del paese. Questa classe comprende:
- Operai industriali: Lavoratori delle fabbriche che vendono la propria forza lavoro e che subiscono le dinamiche del capitale, ma che hanno anche un certo grado di organizzazione, soprattutto attraverso i sindacati.
- Lavoratori qualificati e specializzati: In crescita con il progresso tecnologico e industriale, questa fascia della classe operaia gode di una maggiore mobilità sociale e prospettive di miglioramento rispetto ai lavoratori meno qualificati.
3. Sottoproletariato
Il sottoproletariato per Sylos Labini rappresenta la classe più marginalizzata e vulnerabile della società. Si tratta di individui che non partecipano in modo strutturale all’economia formale, spesso senza un lavoro stabile o con occupazioni precarie e poco qualificate. Questi gruppi vivono spesso in condizioni di esclusione sociale e sono caratterizzati da una forte disuguaglianza economica.
La specificità italiana
Nel contesto italiano, Sylos Labini evidenzia alcune peculiarità nella composizione delle classi sociali:
- La presenza rilevante della piccola borghesia: Questo gruppo, che include commercianti, piccoli imprenditori e liberi professionisti, gioca un ruolo centrale nel sistema socio-economico italiano, caratterizzato da un’economia frammentata e meno concentrata rispetto ad altri paesi industrializzati.
- Il peso del sottoproletariato: In Italia, il sottoproletariato è particolarmente visibile nelle aree meridionali, dove il divario economico tra Nord e Sud si manifesta con un accesso ridotto alle opportunità di lavoro e un’elevata disoccupazione.
La stratificazione dinamica
Un punto chiave della sua analisi è la dinamicità delle classi sociali. Sylos Labini non vede le classi come categorie rigide e immutabili, ma piuttosto come entità soggette a cambiamenti dovuti allo sviluppo economico, alle politiche pubbliche e all’educazione. La mobilità sociale è dunque una variabile importante, che permette il passaggio di individui da una classe all’altra, specialmente in periodi di crescita economica.
In conclusione, pur utilizzando termini tradizionali come borghesia, classe operaia e sottoproletariato, Sylos Labini rielabora questi concetti in modo moderno, considerando le peculiarità della società italiana e il ruolo delle classi medie nella trasformazione economica e sociale del paese. La sua analisi rispecchia l’evoluzione del capitalismo in Italia e i fattori che influenzano la mobilità sociale e le disuguaglianze.