La pedagogia di Socrate si concretizza nella forza del dialogo, inteso come strumento di conoscenza oggettiva e non di conquista del consenso, come per i sofisti.
Chi erano i sofisti?
Nell’Atene del V secolo a.C. la nuova classe che si era arricchita con il commercio, nutriva anche una serie di ambizioni politiche. L’aristocrazia era impegnata nella difesa della propria posizione di privilegio. Ora che la politica era appannaggio di tutti, occorreva una preparazione che potesse rendere efficace la conquista del consenso e quindi del potere.
I sofisti si occuparono proprio di questo. Essi erano intellettuali che offrivano istruzione in cambio di un compenso economico. Insegnavano l’oratoria, cioè l’arte di tenere discorsi in pubblico, di renderli efficaci attraverso accorgimenti stilistici. I sofisti basavano il loro insegnamento anche sulla dialettica, L’arte di argomentare le proprie opinioni.
Nella vita politica dell’Atene del V secolo a.C. per prevalere nella vita pubblica, bisognava saper convincere gli altri della propria opinione.
Chi era Socrate?
Socrate era un filosofo, nato ad Atene nel 470 o nel 469 a.C., che non condivideva il modo di pensare dei sofisti.
Nonostante desse molta importanza alla formazione morale del cittadino, Socrate fu condannato a morte con l’accusa di corrompere i giovani attraverso i suoi insegnamenti, che andavano anche, secondo l’accusa, contro la religione e la tradizione.
Socrate utilizzava la retorica e la dialettica per confrontare il proprio punto di vista con quello degli altri, senza pregiudizi e senza desiderio di prevalere a tutti costi. Lo strumento principale utilizzato da Socrate era il dialogo, che utilizzava con gli allievi e anche con la gente incontrata in strada. Lo scopo del dialogo era quello di individuare la definizione di un oggetto, concreto o astratto, attraverso un serrato confronto di opinioni. Concreto o astratto, attraverso un serrato confronto di opinioni.
La forza del dialogo socratico?
Il dialogo socratico era formato sostanzialmente da due momenti: l’ironia e la maieutica.
Per quanto riguarda l’ironia, Socrate fingeva di non conoscere gli argomenti e poneva in maniera incalzante delle domande, per portare piano piano il suo interlocutore a dubitare delle proprie idee e dimostrare in questo modo che anche lui non aveva una conoscenza piena dell’argomento.
Nella seconda parte del dialogo, Socrate utilizza la maieutica, termine con cui si indicava anche la tecnica delle levatrici che aiutavano le donne a partorire. Il filosofo greco, infatti, come un levatrice, aiutava il suo interlocutore a far partorire la verità che si trovava già dentro gli individui. Ovvero, Socrate aiuta l’interlocutore a trovare dentro di sé le opinioni più valide, la definizione più oggettiva sul tema affrontato.
Vi è una spiegazione religiosa che porta Socrate a utilizzare la maieutica. Si tratta della teoria della reminescenza o anamnesi che verrà chiarita da Platone, suo discepolo.
La pedagogia di Socrate: la forza del dialogo
L’obiettivo più nobile degli esseri umani, secondo Socrate e vivere secondo ragione, comportarsi in modo etico ispirandosi ai principi della ragione. La razionalità in Socrate coincide anche con il bene e con la giustizia.
Il dialogo aiuta l’uomo a raggiungere la conoscenza del bene e a metterlo in pratica. A questo proposito si parla di “intellettualismo etico“ di Socrate, un’idea che ritiene il comportamento ispirato al bene è una diretta conoscenza del bene stesso. In altre parole, se un uomo conosce il bene si comporta bene, vive secondo giustizia.
Secondo Socrate, l’educazione e il risultato non solo del confronto razionale, ma anche di un percorso personale di ricerca della verità e di realizzazione del bene. In Socrate l’educazione è autoeducazione.
L’obiettivo dell’educazione è la conoscenza del bene, attraverso il dialogo e la ricerca personale, per giungere ad un comportamento corretto ed ad una vita vissuta secondo giustizia.
Altre letture:
Risorse dalla rete su Socrate
Documentario Rai su Socrate (video)
La Paideia filosofica di Socrate (articolo con domande per esercitarsi)
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