Talcott Parsons: lo struttural-funzionalismo

Talcott Parsons (1902-1979) è stato uno dei più influenti sociologi del XX secolo e il principale teorico dello struttural-funzionalismo. La sua opera ha avuto un impatto duraturo sulla sociologia moderna, sviluppando un quadro teorico complesso per analizzare le strutture sociali e i loro meccanismi di funzionamento. Questo articolo esaminerà i fondamenti del pensiero parsonsiano, concentrandosi sul concetto di azione sociale, il modello AGIL e le implicazioni dello struttural-funzionalismo.

L’azione sociale secondo Parsons

Il punto di partenza del pensiero di Parsons è l’analisi dell’azione sociale. Nel suo lavoro La struttura dell’azione sociale (1937), Parsons definisce l’azione come un comportamento dotato di significato e orientato verso un fine. Essa si compone di tre elementi fondamentali:

  • L’Attore, il soggetto che compie l’azione per perseguire determinati obiettivi;
  • La situazione di partenza, ovvero il contesto in cui l’azione si svolge e che non può essere modificato dall’Attore;
  • L’orientamento normativo, che regola l’azione attraverso norme e valori socialmente condivisi.

Poiché l’azione è normativamente orientata, l’Attore può scegliere i mezzi per conseguire determinati fini, ma non può modificare la struttura entro cui opera. Questa impostazione pone le basi per la successiva elaborazione del modello struttural-funzionalista.

Talcott Parsons: lo struttural-funzionalismo – Il contesto teorico

Lo struttural-funzionalismo, elaborato da Parsons, è una prospettiva macrosociologica che interpreta la società come un organismo vivente che per sopravvivere si serve di tutti i suoi componenti. Ogni istituzione sociale svolge una funzione specifica per garantire l’equilibrio e la stabilità dell’intero sistema. Parsons si ispira a pensatori come Emile Durkheim, Max Weber e Vilfredo Pareto, cercando di integrare i loro approcci nel suo schema teorico.

Descrizione dell'Azione sociale parsonsiana

Il funzionalismo e la concezione della società

Parsons concepisce la società come un organismo vivente che per sopravvivere deve garantire la funzionalità di tutti i suoi elementi. La società è quindi un sistema autoregolantesi, nel quale le diverse parti interagiscono per garantire l’ordine e la stabilità. Questo approccio si ispira ai lavori di Emile Durkheim, Max Weber e Vilfredo Pareto, i cui contributi sono integrati nella sintesi parsonsiana.

Per Parsons, ogni società si compone di strutture e istituzioni che svolgono funzioni essenziali per la sua conservazione. L’elemento chiave è l’integrazione sociale, ossia il processo attraverso cui individui, gruppi e istituzioni collaborano per il mantenimento dell’ordine.

Il modello AGIL: un sistema di sistemi

Per spiegare il funzionamento della società, Parsons elabora il modello AGIL, presentato in The Social System (1951). Questo schema individua quattro funzioni fondamentali che ogni sistema sociale deve svolgere per sopravvivere:

  1. Adattamento (A – Adaptation): il sistema deve interagire con l’ambiente e garantire risorse materiali ed energetiche;
  2. Raggiungimento degli obiettivi (G – Goal Attainment): il sistema deve definire e perseguire obiettivi collettivi, attraverso istituzioni come il governo e l’economia;
  3. Integrazione (I – Integration): le diverse componenti sociali devono essere coordinate per mantenere l’ordine e prevenire conflitti;
  4. Latent Pattern Maintenance (L – Latency): il sistema deve trasmettere norme e valori culturali per garantire la continuità sociale.

Ogni società si configura quindi come un “sistema di sistemi”, nel quale i sottosistemi interagiscono per rispondere alle sfide e mantenere l’equilibrio complessivo.

Paradigma AGIL (Schema)
Paradigma AGIL (Schema), immagine tratta da Wikipedia

L’integrazione degli individui: ruoli e status

All’interno di questo sistema sociale, Parsons attribuisce un ruolo centrale ai concetti di status e ruolo.

  • Lo status rappresenta la posizione occupata da un individuo nella società;
  • Il ruolo corrisponde ai comportamenti attesi da un individuo in base alla sua posizione.

Status e ruoli sono regolati da norme e valori condivisi, il che garantisce la prevedibilità dei comportamenti e la stabilità sociale. Questo processo avviene attraverso la socializzazione, che consente agli individui di interiorizzare le aspettative sociali.

Le variabili strutturali nei ruoli

Nel processo d’interiorizzazione delle norme che regolano i ruoli, gli individui sviluppano orientamenti diversi, denominati variabili strutturali. Queste si articolano in coppie di opposti tra cui gli individui si posizionano:

  • affettività/neutralità affettiva
  • io/collettività
  • universalismo/particolarismo
  • realizzazione/attribuzione
  • interesse/disinteresse

Queste variabili influenzano il modo in cui gli individui si relazionano alla società e svolgono i loro ruoli sociali.

Critiche al modello di Parsons

Nonostante il suo impatto, il pensiero di Parsons ha ricevuto numerose critiche. Alcuni studiosi, come C. Wright Mills e gli esponenti della teoria del conflitto, hanno accusato il funzionalismo di essere eccessivamente conservatore, poiché enfatizza l’equilibrio e la stabilità sociale a scapito dei conflitti e delle trasformazioni.

Un’altra critica riguarda il modello AGIL, considerato troppo astratto e difficile da applicare empiricamente. Inoltre, si ritiene che Parsons sottovaluti il ruolo dell’individuo nella costruzione della realtà sociale, enfatizzando eccessivamente le strutture.

Conclusione Talcott Parsons: lo struttural-funzionalismo

Talcott Parsons ha lasciato un’impronta indelebile nella sociologia moderna, fornendo un quadro teorico per comprendere il funzionamento delle strutture sociali. Il suo modello AGIL e la teoria dell’azione sociale rappresentano contributi fondamentali per l’analisi della società.

Sebbene il funzionalismo sia stato oggetto di critiche, molte delle sue intuizioni continuano a influenzare la ricerca sociologica. La concezione della società come sistema integrato rimane un punto di riferimento fondamentale per gli studi contemporanei.

Pubblicità