La creatività, secondo Freud, è uno strumento utile a superare un conflitto psichico tra ciò che è presente nell’inconscio, i nostri desideri e le nostre paure, e la realtà esterna. In altre parole, per Freud la creatività prende vita dalla capacità dell’individuo di trasformare i propri impulsi in aspetti produttivi. Questo meccanismo è definito sublimazione, ovvero lo spostamento di una pulsione negativa, aggressiva o sessuale in una modalità condivisibile, accettabile e valorizzante come l’attività artistica.
Secondo Jung, invece, la creatività era un’espansione dell’io, ovvero una manifestazione dell’individuo che si manifesta quando viene superata la divisione tra l’inconscio e il conscio. Inoltre, per Jung, la creatività era una forma di espressione dell’archetipo dell’immaginazione, una sorta di contenitore universale dell’immaginazione umana che si manifesta attraverso il mito, l’arte e la religione.
La creatività, secondo Freud, è uno strumento per superare i conflitti interiori e trasformare i propri impulsi in aspetti produttivi, mentre per Jung è una forma di espressione dell’archetipo dell’immaginazione. Entrambi, tuttavia, concordano sull’importanza di liberare l’inconscio e sulla necessità di esprimere liberamente i propri pensieri e le proprie emozioni. Come affermava lo stesso Freud, “la psicoanalisi ci ha insegnato che le emozioni rese consapevoli e affrontate, perdono la loro forza distruttiva” (Sigmund Freud, Lezione XXII, p. 365).