Heinz Werner: la mente in evoluzione tra globalità e differenziazione. Tra le figure meno conosciute ma di grande rilievo nella storia della psicologia dello sviluppo, Heinz Werner (1890–1964) occupa un posto speciale. Di origine austriaca e attivo soprattutto negli Stati Uniti, Werner ha saputo unire approccio sperimentale e sensibilità filosofica, lasciando un contributo originale alla comprensione del processo evolutivo della mente.
Lo sviluppo come differenziazione progressiva
Nel suo capolavoro Comparative Psychology of Mental Development (1926), Werner afferma che lo sviluppo mentale segue una direzione generale: va da uno stato di relativa globalità e indifferenziazione verso una crescente differenziazione, articolazione e organizzazione gerarchica.
In termini più semplici, il bambino all’inizio percepisce e interpreta il mondo in modo globale, indistinto, e solo con il tempo sviluppa la capacità di analizzare, separare e organizzare le informazioni in modo più raffinato. Questo principio, che Werner chiama principio ortogenetico, è per lui valido non solo nella psicologia, ma anche nella biologia, dove ad esempio l’embrione si sviluppa da una forma indifferenziata a una forma complessa e articolata.
Un esempio concreto: il test di Rorschach
Per illustrare il suo pensiero, Werner conduce uno studio utilizzando le celebri macchie di Rorschach, ovvero una serie di immagini ambigue che stimolano la proiezione di contenuti psichici.
Nei suoi esperimenti osserva che:
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i bambini più piccoli tendono a dare risposte globali, spesso vaghe o riferite alla totalità della figura (“è una farfalla”, “è un mostro”);
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i bambini più grandi e gli adulti iniziano a focalizzarsi su parti specifiche, notando dettagli (“quest’area sembra una mano”, “qui c’è un volto”).
Questa transizione dalla visione globale a quella analitica rappresenta per Werner un modello dello sviluppo mentale.
Una crescita non cumulativa, ma trasformativa
A differenza di altri autori, Heinz Werner non descrive lo sviluppo come una semplice accumulazione di conoscenze. Al contrario, egli lo concepisce come un processo dinamico e trasformativo, in cui ogni nuova acquisizione riorganizza le precedenti. Le conquiste non vengono abbandonate, ma riemergono a un livello superiore, integrate in una struttura più complessa e consapevole.
Per chiarire questo punto, Werner propone un’immagine efficace: imparare a correre non significa semplicemente aggiungere un’abilità in più, ma riutilizzare in modo più complesso due abilità già acquisite, ossia stare in piedi e camminare.
Oltre la rigidità degli stadi
Pur non elaborando una teoria degli stadi dello sviluppo come farà in seguito Jean Piaget, Werner sottolinea che la trasformazione della mente segue un ordine interno, una logica che guida il passaggio da una forma meno differenziata a una più articolata. La sua attenzione non è rivolta tanto alla cronologia dello sviluppo quanto alla struttura interna dei cambiamenti.
Werner e la psicologia moderna
Le idee di Heinz Werner hanno anticipato molte riflessioni successive nella psicologia dello sviluppo e nell’educazione. Sebbene le sue teorie non siano facilmente verificabili sperimentalmente e siano rimaste ai margini delle grandi scuole di pensiero, il suo approccio ha influenzato profondamente autori come Lev Vygotskij, Kurt Goldstein e Esther Thelen, nonché i filoni della psicologia dinamica e della psicologia culturale.
Inoltre, Werner ha avuto un’influenza decisiva su L.S. Strauss, suo allievo, che sviluppò il concetto di plasticità neuroevolutiva e approfondì la psicologia dello sviluppo atipico, in particolare nei casi di disabilità cognitive.
Conclusione: una mente che si fa sempre più complessa
La lezione di Heinz Werner è chiara: lo sviluppo umano non è una semplice somma di funzioni, ma una continua riorganizzazione, un’evoluzione della struttura mentale verso forme sempre più complesse, differenziate e integrate. In un mondo che tende a semplificare, la sua visione ci ricorda che la crescita è un processo delicato, profondo e mai lineare, capace di sorprendere per la sua ricchezza e varietà.
Per approfondire Heinz Werner: la mente in evoluzione tra globalità e differenziazione
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Heinz Werner, Comparative Psychology of Mental Development, International Universities Press, 1948 (riedizione ampliata).
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Kurt Goldstein, The Organism: A Holistic Approach to Biology, per una visione affine sulla differenziazione come principio vitale.
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Esther Thelen e Linda B. Smith, A Dynamic Systems Approach to the Development of Cognition and Action, MIT Press, 1994, che riprende alcuni principi di Werner in chiave moderna.
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Lev S. Vygotskij, Lo sviluppo delle funzioni psichiche superiori, per un confronto tra le visioni culturali e sociali dello sviluppo.
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L.S. Strauss, Developmental Plasticity and Human Behavior, per le ricadute sullo studio dello sviluppo atipico.