Il modello della memoria di Atkinson e Shiffrin descrive il funzionamento della memoria umana suddividendola in tre sistemi distinti: memoria sensoriale (MS), memoria a breve termine (MBT) e memoria a lungo termine (MLT). Secondo questo modello, le informazioni attraversano queste tre fasi in modo sequenziale, con meccanismi specifici che determinano il passaggio da un livello all’altro.
Memoria sensoriale: il primo filtro delle informazioni
La memoria sensoriale è il primo sistema di immagazzinamento delle informazioni. Si tratta di un magazzino temporaneo che conserva per pochi millisecondi le impressioni sensoriali ricevute dagli organi di senso (vista, udito, tatto, olfatto e gusto). Questa memoria ha una capacità molto elevata, ma una durata estremamente breve: le informazioni vengono trattenute solo per il tempo necessario a essere processate e selezionate.
Se uno stimolo cattura l’attenzione, i dati vengono trasferiti alla memoria successiva. In caso contrario, scompaiono rapidamente senza lasciare traccia. Ad esempio, quando attraversiamo la strada, percepiamo numerosi dettagli dell’ambiente circostante (persone, veicoli, cartelli stradali), ma solo quelli rilevanti vengono elaborati e conservati per un tempo più lungo.
Memoria a breve termine: la capacità di trattenere informazioni temporaneamente
La memoria a breve termine (MBT) è il sistema che permette di mantenere e gestire le informazioni per un breve periodo di tempo, generalmente da pochi secondi a circa 30 secondi. La capacità della MBT è limitata: si stima che possa contenere circa 7 elementi (±2) contemporaneamente, secondo gli studi di George Miller.
Le informazioni presenti nella MBT possono essere perse rapidamente a causa di interferenze o del semplice trascorrere del tempo. Tuttavia, due strategie possono favorirne la conservazione:
- Ripetizione: ripetere mentalmente un numero di telefono o una frase aiuta a mantenerla più a lungo nella MBT.
- Associazione con conoscenze pregresse: collegare nuove informazioni a dati già immagazzinati nella memoria a lungo termine ne facilita la ritenzione.
Un esempio pratico è quello di una persona che riceve un numero di telefono senza la possibilità di scriverlo. Se non viene ripetuto, l’informazione si perde rapidamente; se invece viene ripetuta più volte o associata a un riferimento familiare, ha maggiori probabilità di passare alla memoria a lungo termine.
Memoria a lungo termine: l’archivio stabile delle conoscenze
Perché un’informazione venga mantenuta stabilmente nel tempo, deve essere trasferita nella memoria a lungo termine (MLT). Questo passaggio non è automatico: affinché l’informazione si consolidi, è necessario un processo di elaborazione profonda, che può avvenire tramite la ripetizione, l’organizzazione del materiale o il collegamento con conoscenze già presenti.
La memoria a lungo termine ha una capacità potenzialmente illimitata e può conservare informazioni per giorni, anni o persino per tutta la vita. Tuttavia, non tutte le informazioni rimangono sempre accessibili: il recupero dei ricordi dipende da diversi fattori, tra cui la forza delle connessioni stabilite e l’eventuale interferenza con altri ricordi.
Un esempio di trasferimento efficace nella MLT riguarda la familiarità con un ambiente. Se una persona percorre un viale alberato una sola volta, probabilmente non ricorderà molti dettagli del paesaggio, perché le informazioni rimarranno solo nella memoria a breve termine. Se invece attraversa quel viale ogni giorno, le immagini e le sensazioni si consolidano nella memoria a lungo termine, rendendo il ricordo più stabile e dettagliato.
Conclusione
Il modello di Atkinson e Shiffrin evidenzia come la memoria non sia un sistema statico, ma un processo dinamico in cui le informazioni devono superare diversi livelli di elaborazione per essere ricordate a lungo termine. L’attenzione, la ripetizione e l’associazione con conoscenze pregresse giocano un ruolo cruciale nel determinare ciò che dimentichiamo rapidamente e ciò che rimane impresso nella nostra mente.
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