L’antropologia evoluzionistica dell’Ottocento

L’antropologia culturale, come scienza, muove i suoi primi passi nell’Inghilterra vittoriana, in un arco di tempo che va dalla prima metà dell’Ottocento ai primi decenni del Novecento. L’idea principale che anima le ricerche antropologiche di questo periodo è l’evoluzionismo.

cultura primitiva nomadi

Caratteristiche dell’antropologia evoluzionistica

L’antropologia culturale delle origini è caratterizzata dalla convinzione che il mondo psichico sia caratterizzato da un unico modello di sviluppo e che le società semplici siano destinate a raggiungere lo sviluppo delle società occidentali.  Per l’evoluzionismo, sia le culture, sia gli esseri
viventi, seguano uno sviluppo che va dal semplice al complesso.

Lo sviluppo delle società viene considerato necessario, secondo una visione ottimistica del futuro tipica di tutte le correnti positivistiche.

L’uomo bianco occidentale ha il difficile compito di civilizzare le culture “primitive” e “selvagge” e l’antropologia era chiamata a legittimare sul piano teorico tali interventi di civilizzazione fornendo le prove empiriche della superiorità dell’uomo bianco.

Evoluzionismo e colonialismo

La teoria di Darwin sull’evoluzione delle specie e l’antropologia

A dare sostegno alla prospettiva evoluzionistica sono le ricerche di Darwin che dimostrano come l’evoluzione naturale sia il risultato della selezione naturale, un processo che mira a garantire la sopravvivenza degli individui che riescono ad adattarsi meglio all’ambiente.

Queste idee, pur essendo riferito al mondo della natura, furono accettate dal mondo antropologico e dal mondo culturale perché rispecchiavano una mentalità individualistica e borghese propensa a mascherare lo sfruttamento delle popolazioni indigene facendolo passare per opera di civilizzazione.

Il principale autore che traspose sul piano sociale quanto sostento da Darwin per il mondo della natura fu Herbert Spencer (1820-1903).

Il metodo comparativo degli antropologi evoluzionisti

Se la società si evolve da forme semplici a forme complesse, da forme omogenee a forme eterogenee, il compito dell’antropologo è quello di individuare le tracce di questa evoluzione nei manufatti, da considerare appunto come indicatori di un certo livello di sviluppo.

Anche la religione, essendo soggetta alle leggi dell’evoluzione, va studiata con metodo comparativo: l’animismo è la forma più semplice di manifestazione del sacro, segue uno stadio in cui vige il politeismo e, nello stadio più maturo di sviluppo, si giunge al monoteismo.

I principali antropologi di questo periodo sono Edward Burnett Tylor, James G. Frazer, Lewis H. Morgan. Dedicheremo ad ognuno di questi autori uno specifico articolo.

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