La costruzione del Sé e dell’interazione sociale

La costruzione del Sé e dell’interazione sociale: Individuo e società

La definizione dell’individuo all’interno della società è un tema che ha suscitato l’interesse di molti sociologi nel corso del tempo. Due prospettive interessanti su questo tema sono quelle di Emile Durkheim e Georg Simmel.

Per Durkheim, il gruppo sociale ha un ruolo fondamentale nella definizione dell’individuo. Egli sostiene che la società e le sue istituzioni sono il prodotto di una coscienza collettiva, che plasmano i modi di pensare e di agire degli individui. L’individuo, in questo senso, è un prodotto sociale, frutto delle relazioni e delle interazioni con gli altri membri del gruppo sociale di appartenenza. La società, quindi, assume un ruolo di primaria importanza nella costruzione dell’identità individuale.

D’altra parte, per Georg Simmel, l’individuo è una costruzione sociale che si sviluppa all’interno delle relazioni sociali e dei processi sociali. Simmel afferma che l’individuo non può essere compreso al di fuori del suo contesto sociale e culturale. Egli sostiene che ogni individuo si trova immerso in una rete di relazioni sociali, che influenzano la sua vita e la sua identità. Pertanto, l’individuo non può essere considerato come un’entità isolata, ma come un prodotto delle relazioni sociali che intrattiene con gli altri.

La costruzione del Sé e dell'interazione sociale

Il Self, ovvero il “Sé sociale”

La teoria del “self” di George H. Mead rappresenta una delle più importanti teorie sociologiche sullo sviluppo dell’individuo e la sua interazione con il contesto sociale. Secondo Mead, l’individuo si compone di tre aspetti interconnessi: l’Io, il Me e l’Altro Generalizzato.

L’Io rappresenta l’aspetto più personale dell’individuo, ovvero ciò che lo rende unico e individuale. È l’aspetto di sé che rappresenta la fonte dell’azione e del pensiero creativo, che porta l’individuo a diventare consapevole del proprio sé come entità separata dagli altri.

Il Me, invece, rappresenta la parte dell’individuo che è influenzata dalle norme sociali e dalle aspettative degli altri. È il prodotto dell’interazione dell’individuo con il contesto sociale, in cui l’individuo impara a comportarsi in modo adeguato, ad esempio rispettando le norme e le convenzioni sociali.

Infine, l’Altro Generalizzato rappresenta la coscienza collettiva di un gruppo sociale e le sue aspettative nei confronti dell’individuo. Questo concetto rappresenta l’insieme di conoscenze e di simboli condivisi da un gruppo, che diventano centrali nella costruzione del sé dell’individuo. L’Altro Generalizzato guida il comportamento dell’individuo e definisce ciò che è considerato socialmente accettabile.

L’interazionismo simbolico, il quale si basa sulla teoria del self di Mead, sostiene che la società sia il risultato dell’interazione tra individui che utilizzano i simboli per comunicare tra loro. I simboli rappresentano oggetti, eventi e azioni che hanno un significato condiviso all’interno di un gruppo sociale e che sono essenziali per la comunicazione tra le persone. Attraverso l’interazione simbolica, l’individuo acquisisce conoscenze e abilità necessarie per l’interazione con gli altri e con la società nel suo insieme.

La costruzione del Sé e dell’interazione sociale: i rituali di interazione

Erving Goffman è stato un sociologo canadese noto per il suo lavoro sull’interazione sociale e la rappresentazione di sé. In particolare, ha studiato come le persone si comportano e comunicano in determinati contesti sociali, come le istituzioni, le organizzazioni e le situazioni di interazione faccia a faccia.

Uno dei principali contributi di Goffman è la sua teoria del “rituale di interazione”. Secondo questa teoria, le relazioni sociali sono viste come una dinamica teatrale, in cui gli individui interpretano ruoli specifici e seguono un copione predefinito. Questo copione è basato su una serie di norme e convenzioni sociali che regolano il comportamento degli individui in un dato contesto.

Goffman ha descritto questo copione come una serie di “fasi” o “momenti” in cui le persone interagiscono in modo specifico. Ad esempio, nel rituale di interazione tra ospite e ospitante, ci sono una serie di fasi che vengono seguite, come l’arrivo dell’ospite, la presentazione, l’offerta di cibo e bevande, ecc. Ognuna di queste fasi ha le proprie regole e convenzioni sociali che devono essere seguite per mantenere l’armonia e la coerenza dell’interazione.

Inoltre, Goffman ha sottolineato l’importanza dei segnali non verbali e delle espressioni facciali nell’interazione sociale. Secondo la sua teoria, il linguaggio del corpo e la comunicazione non verbale sono fondamentali per interpretare il significato di ciò che viene detto. Ad esempio, un sorriso o un contatto visivo può indicare approvazione o accettazione, mentre un tono di voce duro o una postura rigida possono indicare disapprovazione o rifiuto.

Mantenere la faccia

econdo Goffman, le persone utilizzano delle tecniche di gestione dell’impressione al fine di mantenere una “faccia” pubblica coerente con l’immagine che desiderano proiettare di sé stessi.

Goffman definisce il concetto di “faccia” come la manifestazione pubblica di ciò che un individuo vuole che gli altri pensino di lui. La faccia è costituita da due aspetti: la faccia positiva, che rappresenta l’immagine che un individuo vuole trasmettere di sé, e la faccia negativa, che rappresenta l’immagine che un individuo vuole evitare di trasmettere di sé.

Secondo Goffman, la vita quotidiana è piena di rituali che aiutano le persone a gestire la loro faccia e mantenere l’immagine desiderata di sé stessi. I rituali sono dei comportamenti standardizzati che sono utilizzati per comunicare le intenzioni e le aspettative sociali. Essi sono fondamentali per la vita sociale in quanto consentono agli individui di interpretare il comportamento degli altri e di prevedere le reazioni degli altri.

Goffman probabilmente sosterrebbe che anche i social network come Facebook e YouTube sono dei palcoscenici virtuali in cui gli individui possono costruire la loro faccia pubblica. In queste piattaforme, gli individui possono presentarsi in modi differenti a seconda del contesto e degli obiettivi che vogliono raggiungere. Tuttavia, la gestione dell’impressione diventa più difficile sui social network, in quanto gli individui hanno meno controllo sulle informazioni che vengono diffuse su di loro.

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