Interferenza proattiva e interferenza retroattiva

Interferenza proattiva e interferenza retroattiva: il ruolo dell’interferenza nella memoria

La memoria è un aspetto fondamentale della vita quotidiana, poiché consente di raccogliere informazioni e di richiamarle al momento opportuno. Tuttavia, a volte ci troviamo di fronte a situazioni in cui non siamo in grado di richiamare informazioni che in precedenza avevamo memorizzato. La teoria dell’interferenza sostiene che l’oblio non è legato al trascorrere del tempo, ma è dovuto all’interferenza esercitata da altre informazioni o eventi tra la registrazione e il recupero dell’informazione. In particolare, la teoria dell’interferenza individua due tipi di interferenza: l’interferenza proattiva e l’interferenza retroattiva.

Interferenza proattiva: quando i ricordi esistenti interferiscono con quelli più recenti

L’interferenza proattiva si verifica quando i ricordi già esistenti interferiscono con quelli più recenti, inibendoli. Ad esempio, quando si impara una nuova lingua, spesso gli errori commessi sono dovuti al tentativo di applicare le regole grammaticali della lingua madre a quella che si vuole imparare. Questo perché i ricordi precedenti, ovvero le regole grammaticali della lingua madre, interferiscono con i nuovi ricordi, ovvero le regole grammaticali della lingua che si sta imparando.

Interferenza retroattiva: quando i ricordi recenti interferiscono con quelli passati

L’interferenza retroattiva, invece, si verifica quando i ricordi recenti interferiscono con quelli passati. Ad esempio, un esperimento famoso è quello di John Jenkins e Karl Dallenbach del 1924. I due studiosi chiesero a due gruppi diversi di studenti di imparare delle liste di sillabe senza senso: al primo gruppo fu chiesto di memorizzarle al mattino appena svegli, al secondo gruppo invece di farlo la sera, prima di andare a dormire. Il giorno dopo entrambi i gruppi furono interrogati: gli studenti del secondo gruppo ricordavano molte più sillabe del primo. Nel corso della giornata la moltitudine di eventi con cui gli studenti del primo gruppo erano entrati in contatto aveva interferito con il loro apprendimento, favorendo così l’oblio delle informazioni, mentre il sonno, per l’altro gruppo, aveva facilitato la conservazione del ricordo.

Come ridurre l’interferenza nella memoria

Ci sono alcune strategie che possono aiutare a ridurre l’interferenza nella memoria:

  1. Spaziare la ripetizione: quando si impara qualcosa di nuovo, è importante ripetere l’informazione più volte, ma è anche importante spaziare le ripetizioni nel tempo. In questo modo, si evita l’interferenza proattiva, in cui le informazioni già apprese interferiscono con quelle nuove.
  2. Utilizzare la recupero attivo: invece di rileggere le informazioni, cercare di recuperarle attivamente dalla memoria aiuta a consolidarle e ridurre l’interferenza retroattiva. Ad esempio, si può fare un quiz sulle informazioni apprese invece di rileggere il materiale.
  3. Utilizzare la mnemonica: l’utilizzo di tecniche mnemoniche può aiutare a creare associazioni mentali che facilitano il recupero delle informazioni dalla memoria, riducendo così l’interferenza.
  4. Evitare la sovraccarico di informazioni: cercare di imparare troppe informazioni contemporaneamente può aumentare l’interferenza proattiva. Meglio concentrarsi su un piccolo numero di informazioni alla volta e consolidarle prima di passare a nuove informazioni.
  5. Riposarsi: la stanchezza può aumentare l’interferenza retroattiva, quindi è importante riposarsi e dormire a sufficienza per permettere al cervello di consolidare le informazioni apprese durante il giorno.

In generale, è importante essere consapevoli dell’interferenza nella memoria e adottare strategie per ridurla, in modo da migliorare la capacità di apprendimento e di conservazione delle informazioni.